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Visualizzazione dei post da febbraio, 2025

The Dark Knight Rises – Recensione

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Otto anni dopo la morte di Harvey Dent, Gotham sembra in pace. Bruce Wayne si è chiuso in sé stesso, il Batman è scomparso. Ma una nuova minaccia emerge: Bane non è solo un criminale, è una forza inarrestabile. Dove passa, lascia solo macerie. Nolan chiude la sua trilogia con un film epico, un’apocalisse per Gotham. Se The Dark Knight era una partita a scacchi tra Batman e Joker, qui è guerra totale. Gotham cade, Bruce Wayne è distrutto, la speranza è ridotta a zero. Il film parla proprio di questo: cadere e rialzarsi. L’aspetto emotivo è fortissimo. Bruce è a pezzi, fisicamente e mentalmente, ma trova la forza di rialzarsi. Il suo sacrificio ha un peso enorme, ed è questo che rende il finale così potente. Tom Hardy è una bestia nei panni di Bane. Spaventa senza nemmeno alzare la voce. Anne Hathaway è perfetta come Catwoman, Bale dà il massimo in un Wayne spezzato e poi rinato. Zimmer fa tremare tutto con una colonna sonora monumentale. Le scene d’azione sono spettacolari. Il...

Essere John Malkovich – Recensione

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C’è un portale che ti fa entrare nella testa di John Malkovich. Per 15 minuti vedi con i suoi occhi, poi vieni sparato fuori in un fosso vicino all’autostrada. Da qui parte uno dei film più imprevedibili, inventivi e originali degli ultimi 30 anni. Spike Jonze e Charlie Kaufman danno vita a un’idea geniale: una commedia surreale, strana e orchestrata alla perfezione. Craig (John Cusack) è un burattinaio squattrinato che trova questo passaggio segreto e decide di farci soldi. Ma non è solo questione di guadagno. Entrare in Malkovich diventa una via di fuga. Ognuno cerca di usarlo per i propri scopi, ma alla fine la situazione sfugge a Craig.  Il film è un trip di trovate inaspettate e idee brillanti. Cameron Diaz è irriconoscibile, Catherine Keener è perfetta, e poi c’è Malkovich, che si presta a questo gioco metacinematografico con una delle scene più folli di sempre: Malkovich che entra in Malkovich . Identità, desiderio, manipolazione. Chi siamo davvero? Perché vogliamo ess...

Recensione Skyfall

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Skyfall è il Bond che porta al massimo tutto quello che ha funzionato nei film di Craig: azione più realistica, un protagonista più umano e una storia che pesa davvero sul personaggio. Daniel Craig è nel pieno della sua corsa come 007, ma qui lo vediamo a pezzi, più vulnerabile che mai. Ferito, invecchiato, in crisi. Non è l'agente perfetto, è uno che sbaglia, che si perde. E proprio per questo funziona alla grande. Sam Mendes dirige con stile e costruisce ogni scena in modo spettacolare, aiutato dalla fotografia assurda di Roger Deakins. Ci sono immagini che restano impresse, come la lotta a Shanghai illuminata al neon o il finale nella casa in fiamme. Javier Bardem è un villain da paura: inquietante, imprevedibile, teatrale ma sempre credibile. E poi c’è il resto: l’azione girata da dio, la colonna sonora perfetta di Thomas Newman e il tema di Adele, che ti entra in testa subito e aggiunge un tocco malinconico. Ma Skyfall è soprattutto il film che mette Bond alla prova co...

Adaptation. Il ladro di orchidee – Recensione

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Charlie Kaufman che scrive un film su se stesso che prova a scrivere un film. Adaptation. Il ladro di orchidee è un trip assurdo, geniale e incredibilmente ispirante. Ti fa venire voglia di scrivere qualcosa di incredibile, poi ti ricordi che non sei Kaufman. La storia segue Kaufman (interpretato da Nicolas Cage) mentre cerca di adattare Il ladro di orchidee , un libro della giornalista Susan Orlean (Meryl Streep). Ma il blocco creativo lo porta a infilarsi sempre di più nella storia, fino a diventare parte della sua stessa sceneggiatura. Il fratello gemello Donald (sempre Cage) è il suo opposto: solare, ingenuo, dove Charlie si blocca, lui scrive sceneggiature commerciali senza farsi problemi. E poi c'è Orlean, affascinata dal collezionista di orchidee John Laroche (Chris Cooper), un tipo rozzo ma carismatico, che conquista la giornalista con le sue storie e il suo modo di vedere il mondo. Kaufman qui è al massimo della sua creatività: meta, ironico, con una cattiveria incr...

Recensione di Babylon

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Chazelle qui va a mille. Babylon è un film gigantesco, esagerato, completamente fuori controllo. Tre ore di eccessi, sogni, successi e crolli. Il cinema è sia magia che condanna. Si parla della Hollywood degli anni ‘20, quando il passaggio dal muto al sonoro ha distrutto carriere e creato nuove star. C’è chi prova a farsi strada, come Manny (Diego Calva), che parte da assistente tuttofare per arrivare ai piani alti. C’è Nellie LaRoy (Margot Robbie), che vuole essere una star a tutti i costi ma ha un carattere autodistruttivo. E poi c’è Jack Conrad (Brad Pitt), attore del cinema muto che all’improvviso non riconosce più il suo mondo. Un sistema che divora e sputa via chi non riesce a stare al passo. A livello visivo è assurdo. La macchina da presa si muove senza sosta, il montaggio è velocissimo, la colonna sonora di Justin Hurwitz è incredibile. Alcune scene sono pura adrenalina, altre sono così caotiche da essere quasi snervanti. La festa iniziale: gente che urla, suona, vomita...

Povere Creature – Recensione

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Yorgos Lanthimos ha fatto un film che sembra un esperimento di laboratorio andato fuori controllo, ma in senso positivo. È una storia che richiama Frankenstein, con atmosfere che ricordano certi romanzi steampunk. Un mix assurdo di situazioni grottesche, ironia e momenti visivamente incredibili, con una protagonista straordinaria. Emma Stone è spaziale. Il suo personaggio, Bella Baxter, all’inizio ha la mente di un bambino nel corpo di un adulto e cresce scena dopo scena, diventando sempre più consapevole. Il modo in cui cambia il suo modo di parlare, di muoversi e persino di guardare gli altri è incredibile. Un’interpretazione più che riuscita e profonda. Visivamente il film è una bomba. Il bianco e nero dell’inizio, i colori accesi dopo, le scenografie enormi e dettagliatissime, le inquadrature storte, gli obiettivi grandangolari che deformano lo spazio. Ogni fotogramma è studiato nei minimi dettagli. Mark Ruffalo è perfetto nel ruolo di un damerino ridicolo, viscido e pure un po’...

Recensione di The Brutalist

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László Toth è su una nave diretta in America. Dopo tutto quello che ha passato, dalla guerra ai campi, spera che la sua vita possa finalmente ricominciare. Poi alza lo sguardo e vede la Statua della Libertà, ma è capovolta. È subito chiaro: The Brutalist ti fa capire che il sogno americano, nella storia, è solo un’illusione. Un’idea che schiaccia chi ci crede davvero. La trama è semplice: László (Adrien Brody) è un architetto ungherese sopravvissuto all’Olocausto. Arriva in America sperando in una nuova vita, ma sua moglie Erszebét (Felicity Jones) non lo raggiunge subito. Un uomo potente, Harrison Lee Van Buren (Guy Pearce), gli offre una grande opportunità, ma presto László capisce che quella che sembrava una chance si trasforma in un debito, una prigione. Brady Corbet dirige il film come un edificio brutalista: freddo, preciso, massiccio e solido come se fosse costruito con il cemento. Ma sotto questa durezza, ci sono anche momenti più delicati e umani che rivelano le emozioni ...

Perfect Days (2023) – Recensione

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C’è qualcosa di ipnotico in Perfect Days . È uno di quei film che ti prendono senza che tu nemmeno te ne accorga. Non ha una trama fatta di grandi eventi, non succede nulla di straordinario: c’è solo un uomo che pulisce i bagni pubblici a Tokyo, segue la sua routine, ascolta vecchie cassette in macchina. Eppure, più lo guardi, più ti rendi conto che non riesci a staccarti. Hirayama non parla quasi mai, ma ogni cosa che fa ha un senso. Il modo in cui piega i vestiti, innaffia le piante, osserva la luce tra gli alberi. Piccoli gesti, sempre gli stessi, eppure ogni volta diversi. Koji Yakusho è pazzesco nel dargli vita senza dire una parola di troppo. Basta uno sguardo, un respiro più lungo, il modo in cui osserva la luce che filtra tra gli alberi. E capisci tutto. E Wenders fa lo stesso. Il film è costruito con una semplicità chirurgica, senza fronzoli, è essenziale, pulito, senza niente di superfluo. Tokyo non è la città frenetica piena di luci a cui siamo abituati, ma un posto fatt...

Recensione: Twin Peaks - Stagione 1 (1990)

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Otto episodi bastano per rivoluzionare la TV? Sì, se dietro ci sono David Lynch e Mark Frost. La prima stagione di Twin Peaks è uscita nel 1990 e ha cambiato tutto, mescolando giallo, dramma, commedia e soprannaturale in un modo che nessuno aveva mai visto prima. Tutto parte con il ritrovamento del corpo di Laura Palmer, la ragazza perfetta della cittadina di Twin Peaks. L’agente dell’FBI Dale Cooper arriva per indagare, ma capisce subito che dietro l’apparenza tranquilla del posto si nascondono segreti assurdi e inquietanti.  Quello che rende la serie unica è il suo modo di bilanciare momenti onirici e surreali con la quotidianità e persino l’umorismo. Ci sono scene che sembrano uscite da un sogno, come quelle nella "stanza rossa", dove si parla al contrario e niente ha senso. Poi, ci sono momenti bizzarri con personaggi che sembrano usciti da una soap opera, ma l’effetto non risulta mai fuori posto. È un mix che, a sentirlo così, non dovrebbe funzionare, eppure riesce a in...

Recensione di Challengers (2024)

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Challengers è un film drammatico diretto da Luca Guadagnino, noto per opere come Chiamami col tuo nome e Suspiria . Ok, mettiamo subito le cose in chiaro: Challengers non è un film sul tennis. Cioè, il tennis c’è, è una parte importante, ma in realtà è solo il contesto in cui si gioca un’altra partita, quella emotiva tra i tre protagonisti. Ed è una partita sporca, sudata, piena di colpi bassi e rivalità mai sopite. La storia ruota attorno a Tashi (Zendaya), ex prodigio del tennis diventata allenatrice, che si ritrova incastrata in un match tra suo marito Art (Josh O’Connor) e il suo ex Patrick (Mike Faist). Due ragazzi che si conoscono da sempre, prima amici, poi rivali, ora avversari in un torneo di serie B che diventa la metafora perfetta di tutto il loro passato incasinato. Guadagnino costruisce un film dove ogni sguardo vale più di una battuta e ogni partita è un regolamento di conti. Le performance sono di altissimo livello: Zendaya è bravissima. Il suo personaggio è magne...