Recensione di The Brutalist
László Toth è su una nave diretta in America. Dopo tutto quello che ha passato, dalla guerra ai campi, spera che la sua vita possa finalmente ricominciare. Poi alza lo sguardo e vede la Statua della Libertà, ma è capovolta. È subito chiaro: The Brutalist ti fa capire che il sogno americano, nella storia, è solo un’illusione. Un’idea che schiaccia chi ci crede davvero.
La trama è semplice: László (Adrien Brody) è un architetto ungherese sopravvissuto all’Olocausto. Arriva in America sperando in una nuova vita, ma sua moglie Erszebét (Felicity Jones) non lo raggiunge subito. Un uomo potente, Harrison Lee Van Buren (Guy Pearce), gli offre una grande opportunità, ma presto László capisce che quella che sembrava una chance si trasforma in un debito, una prigione.
Brady Corbet dirige il film come un edificio brutalista: freddo, preciso, massiccio e solido come se fosse costruito con il cemento. Ma sotto questa durezza, ci sono anche momenti più delicati e umani che rivelano le emozioni e le lotte interiori dei personaggi. László lotta per restare vicino alla moglie in un mondo che diventa sempre più ostile.
Girato in 70mm, The Brutalist è un film che non ti annoia mai, anche se dura più di 3 ore. Ti tiene dentro, ti fa sentire tutto il peso della storia. Adrien Brody è perfetto nel ruolo di László. Il suo viso, con il naso lungo e la faccia scavata, sembra raccontare tutto: la fatica, la determinazione, e ti fa capire subito cosa sta vivendo e provando.
The Brutalist è un grande romanzo americano, simile a Il petroliere e Oppenheimer. Racconta di un uomo che, inseguendo la sua ambizione, finisce per distruggersi. Come Oppenheimer, è uno dei migliori film degli ultimi anni. Entrambi raccontano l’America delle illusioni, dove l’ambizione diventa un mostro che divora chiunque la inseguirà. Ma alla fine, non sono nemmeno questi uomini a controllare le loro ambizioni: sono governati da qualcun altro, da forze più grandi che li usano per i propri scopi, senza che loro possano davvero fermarsi.
Voto: 9/10
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