Essere John Malkovich – Recensione
C’è un
portale che ti fa entrare nella testa di John Malkovich. Per 15 minuti vedi con
i suoi occhi, poi vieni sparato fuori in un fosso vicino all’autostrada. Da qui
parte uno dei film più imprevedibili, inventivi e originali degli ultimi 30 anni.
Spike Jonze e Charlie Kaufman danno vita a un’idea geniale: una commedia surreale, strana e orchestrata alla perfezione. Craig (John Cusack) è un burattinaio squattrinato che trova questo passaggio segreto e decide di farci soldi. Ma non è solo questione di guadagno. Entrare in Malkovich diventa una via di fuga. Ognuno cerca di usarlo per i propri scopi, ma alla fine la situazione sfugge a Craig.
Il film è
un trip di trovate inaspettate e idee brillanti. Cameron Diaz è irriconoscibile,
Catherine Keener è perfetta, e poi c’è Malkovich, che si presta a questo gioco
metacinematografico con una delle scene più folli di sempre: Malkovich che entra in Malkovich.
Identità,
desiderio, manipolazione. Chi siamo davvero? Perché vogliamo essere qualcun
altro? Craig usa Malkovich per sentirsi importante, Maxine sfrutta chiunque per
il suo tornaconto, e Lotte (Cameron Diaz) scopre qualcosa di sé che non sapeva.
Kaufman è già un fuoriclasse alla sceneggiatura, Jonze dirige con stile e ritmo impeccabile. Il risultato? Un film che non somiglia a niente di già visto e lascia il segno.
Voto: 9/10
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