Whiplash – recensione


Un film che urla, suda, e non si ferma finché non hai il fiatone pure tu. Whiplash è una battaglia psicologica mascherata da storia di formazione, un duello tra maestro e allievo che diventa uno scontro all'ultimo respiro, montata al ritmo di piatti che schioccano come fruste e dita sanguinanti.

Chazelle gira con una tensione da thriller e l’energia di un concerto jazz, e non fa sconti: qui il talento non basta, serve ossessione. La regia è dinamica, il montaggio frenetico, e la musica – da Caravan a Whiplash, fino al clamoroso assolo finale – ti trascina, ti investe, ti schiaccia.

Miles Teller regge bene il peso del ruolo, ma J.K. Simmons è fuori scala: feroce, magnetico, spaventoso. Il finale è un colpo di batteria dritto allo stomaco. Senza una parola. Solo musica, sguardi e sudore. E quando arriva il buio, resti lì con il cuore che batte troppo forte.

Voto: 9/10

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