Recensione – Tenet


Christopher Nolan ci riprova con il tempo, e questa volta fa le cose in grande. Tenet è un film che ti prende a calci, ti fa girare la testa e ti lancia in un vortice di azione e paradossi temporali. Non è facile da seguire, e in realtà non è nemmeno pensato per esserlo. L’importante non è capire tutto, ma lasciarsi trasportare.

La trama ruota attorno a un agente (John David Washington) che deve fermare un complotto mondiale in grado di distruggere la realtà come la conosciamo. Il tempo si inverte, la causa e l’effetto si confondono, e in mezzo ci sono battaglie spettacolari e fughe da mozzare il fiato. A un certo punto, il tempo va avanti e indietro contemporaneamente. Letteralmente.

Tenet, però, non è solo un giocattolone visivo. È un film che riflette sull’idea di controllo: su ciò che possiamo governare e su ciò che ci sfugge completamente. Nolan costruisce tutto come un meccanismo perfetto, freddo ma affascinante. La regia è pulita, precisa. L’azione è spettacolare e gira tutta attorno all’inversione: sparatorie, inseguimenti, esplosioni... tutto che va al contrario. A tratti sembra un videogioco, o un incubo.

La colonna sonora di Ludwig Göransson è una bomba. Suoni distorti, glitch, reverse, roba che sembra uscita da Aphex Twin o da un pezzo di Travis Scott. Una musica che pulsa, mette ansia, e dà al film un’identità fortissima.

I personaggi, invece, lasciano meno il segno. Pur essendo funzionali, non hanno la profondità di quelli in altre opere di Nolan. Washington è carismatico, ma il suo “Protagonista” è più un’idea che una persona. Funziona nel contesto del film, ma non emoziona. Nolan qui pensa più alla struttura che all’anima, e si sente.

Insomma, Tenet non è un film per tutti. Ma è comunque un’esperienza. Un puzzle gigante che non vuole essere risolto, solo vissuto. Chi riesce a seguirlo ne esce con la testa piena di domande e un brivido addosso. Confuso, frastornato, ma anche gasato. E questo, per me, basta.

Voto: 9/10

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