The Alto Knights – Recensione
Barry Levinson torna al gangster movie con The Alto Knights, raccontando la rivalità tra Frank Costello e Vito Genovese, interpretati entrambi da Robert De Niro. Un film che non reinventa il genere, ma lo affronta con mestiere e un certo fascino da storia di altri tempi.
La messa in
scena è classica, senza troppi virtuosismi, ma solida. Levinson si affida ai
volti segnati dei suoi attori, alla fotografia dai toni cupi e a un racconto
che mescola politica, criminalità e le dinamiche di un potere che si tramanda e
si scontra. La vera forza del film sta proprio in De Niro, che regala due
interpretazioni distinte, giocando con sfumature sottili tra il carisma di
Costello e la ferocia di Genovese. La sceneggiatura, però, a tratti si adagia
troppo sulla voce narrante e su una struttura che sa di già visto, senza colpi
di scena memorabili.
Non è il
nuovo C'era una volta in America e nemmeno The Irishman, ma è un
film solido, con attori di livello e il fascino delle storie di gangster
vecchio stile.
Voto: 7.5/10
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