Memento – Recensione
Christopher Nolan costruisce un thriller che gioca con il tempo e la memoria, trascinando lo spettatore in un viaggio frammentato e ipnotico. Leonard Shelby (Guy Pearce) ha perso la capacità di creare nuovi ricordi e usa polaroid e tatuaggi per cercare l’uomo che ha ucciso sua moglie. Ma può davvero fidarsi di quello che crede di sapere?
Il film
ribalta la struttura classica del noir: la storia si svela a ritroso,
mettendoci nella stessa confusione del protagonista. Ogni scena cambia il senso
di quella precedente, spingendoci a riconsiderare tutto da capo. Nolan dosa le
informazioni con precisione chirurgica, lasciando sempre un dettaglio fuori
posto, un dubbio che si insinua.
Guy Pearce è
perfetto nel ruolo: smarrito, determinato, intrappolato in una spirale che non
può controllare. La regia è essenziale, senza fronzoli, ma capace di costruire
un’atmosfera tesa e soffocante. E il finale? O meglio, l’inizio? Un pugno nello
stomaco che lascia con più domande che risposte.
Memento è un noir moderno che parla di memoria, identità e autoinganno. Un film che gioca con la percezione dello spettatore, tenendolo incollato allo schermo.
Voto: 9/10
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